Mendicino

Mendicino e la sua storia

Le origini che hanno accompagnato l’antica Mendicino si possono riassumere in tre avvenimenti che hanno anche abbracciato i suoi rapporti con il mito di Pandosia.

Il primo si rifà al ritrovamento nel luogo denominato Mendicino lo Vecchio che è costituita da tre sommità orografiche tutte quante ricche di ruderi murari e i antichi agglomerati abitativi.

Questo ritrovamento comprende una vasta area archeologica con stratificazioni di varie epoche storiche.

Il secondo avvenimento riguarda l’antico scritto latino redatto dall’archeologo cosentino Prospero Parisio. L’archeologo scopre che le città enotre dell’antichità presenti sul territorio erano due Pandosia ed Acherontia. Tutto ciò è stato ricostruito su una mappa geografica disegnata su indicazione del Parisio dal cartografo Natale Bonifacio, da qui si individua con precisione il fiume Acheron che alcune leggende dicono essere il fiume che passa sotto Pandosia sarebbe in realtà il fiume Acheronte che nasce nel territorio di Domanico e scorre più a valle precisamente sotto l’altura della Mendicino vecchio.

Il terzo e ultimo avvenimento che ricopre la storia così varia e vasta è il dipinto murario delle Palazze dove l’anonimo pittore ha voluto dipingere un pezzo del passato della Mendicino rispecchiando due imponenti manieri di epoche feudale posti su due alture di cui ancora oggi è composto il centro storico .

Ogni paese ha un suo passato fatto di avvenimenti che si protraggono nel tempo facendone cosi la sua storia.Come ogni paese, Mendicino conserva i sapori dell’ antichità partendo dalla strade, dalle attività fonti di ricchezza, dalle chiese e dai documenti.

Vorremmo percorrere tutti questi tratti riassumendoli uno per uno, partendo proprio dalle attività primarie che hanno caratterizzato Mendicino.

L’attività più redditizia è la coltivazione del castagno da frutto che era è resta, una delle fonti di ricchezza di questo paese. Molte regioni d’Italia si approvvigionano di questo frutto che viene lavorato in diversi modi, infornato, bollito o arrostito al fuoco per le classiche caldarroste.

Le castagne che non venivano consumate, venivano utilizzate per la nutrizione dei maiali. Le foglie invece venivano utilizzate come sottofondo per le pale a forno quando si coceva il pane.

Un’altra importante ricchezza del paese era la coltivazione del lino che era diffusa in ogni famiglia per esigenze interne. Ogni famiglia possedeva un orto di lino che veniva raccolto e poi sottoposto prima a manganatura e poi a cardatura. La sua lavorazione era molto lunga e delicata prima di ridurlo in fibre e poi con fatica in filamenti destinati alla tessitura nei telai. Oltre ai filamenti del lino si ricavavano anche i filamenti della lana e della seta dove si telavano stoffe per gli indumenti.

Un’altra risorsa del paese che risale agli anni 50 fu l’allevamento del baco da seta in quanto fonte di commercio. Una lavorazione molto faticosa in quanto il baco da seta nasce da un uovo piccolissimo si nutre di foglie di gelso, tesse un bozzolo per il letargo durante il quale si trasforma in crisalide e in farfalla tutto nel giro di pochi giorni. La vendita fruttava agli allevatori ingenti guadagni.
In passato in questo paese contava diversi artigiani e numerosi contadini che oltre a lavorare nei campi, in alcuni periodi dell’anno con molta pazienza e creatività si dedicavano anche loro alla creazione di prodotti artigianali, tanto da poter essere considerati veri e propri artisti della Primavera. Infatti una delle attività principali era impagliatura delle sedie, oltre che dei fiaschi e delle bottiglie. Mendicino conserva tradizioni antiche, abiti e i costumi di un tempo, le tradizioni popolari come il ciclo del pane, il rito del maiale e le feste.>

Mendicino attualmente è una cittadina che conserva tradizioni antiche, ma nel contempo con gli anni ha cambiato volto diventando un paese di estensioni enormi , essendo anche vicino alla città capoluogo di Cosenza la sua urbanizzazione arriva fino alle porte della stessa Cosenza. La sua caratteristica è che l’intero territorio comunale conta diverse frazioni , salendo, da Cosenza troviamo quasi a ridosso la frazione di C/da Rosario con le sue attività commerciali e i suoi palazzi, la scuola e la chiesa .

La frazione successiva nel nostro percorso è C.da Pasquali , un area densa sia dal punto di vista dell’urbanizzazione, sia per la presenza di diverse attività commerciali, due asili nidi, una banca, rifornimento di carburanti , la chiesa di Cristo Salvatore.

Proseguendo più avanti nel nostro percorso in salita arriviamo a Contrada Tivolille, altra area urbana in cui l’edilizia residenziale nell’ultimo decennio si è sviluppata in maniera esponenziale. Punto caratteristico della zona è il bivio delle quattro vie, snodo per il collegamento stradale verso altri paesi delle Serre Cosentine quali Cerisano e i comuni di Marano Principato e Castrolibero.

Proseguendo in direzione Cerisano si incontrano altre quattro frazioni che appartengono al comune di Mendicino e precisamente la Contrada Cappelli Superiore , Contrada Cappelli Inferiore , Contrada Palagani, e Contrada Malaugello.

Se al bivio di Contrada Tivolille invece si prosegue a sinistra provenendo da Cosenza, incontriamo in salita a destra la scuola elementare e Contrada San Paolo, altra area residenziale ad elevata densità.

Superata la Contrada San Paolo giungiamo ad un ulteriore bivio dove a destra si prosegue verso le frazioni di Candelisi e San Bartolo che confina con Cerisano, mentre svoltando a sinistra si accede al centro storico di Mendicino .

Lungo strada nel nostro percorso sempre in salita incontriamo la Chiesa di San Pietro e Bartolomeo, situata nella parte bassa del paese un volta era la seconda parrocchia del paese, prima che questa venisse accorpata all’attuale parrocchia di San Nicola di Bari.

Una chiesa ricca di storia e di cultura infatti si attesta da alcuni documenti storici l’avvenuta fondazione di un convento gestito da alcuni Domenicani, adesso il convento è diroccato e l’attuale edificio consta della sola chiesa. La facciata ha un interessante portale rinascimentale, all’interno è ad una sola navata con un cappellone laterale dove annualmente viene allestito il presepe che da sempre è orgoglio e prestigio del paese. All’interno della chiesa vi sono affreschi e statue le più importanti sono la Madonna del Rosario, un busto in cartapesta dell’Ecce Homo, una di S. Lucia e San Antonio da Padova.Il nostro viaggio ci porta in Piazza Municipio, piazza centrale del paese dove sono ubicati il Municipio e alcune attività commerciali.

Invece nella antistante Piazza Duomo si può ammirare la chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari nel cui interno si trovano diversi dipinti e alcune statue raffiguranti San Nicola di Bari, Santa Rita da Cascia e San Giuseppe una Madonna del Carmine col bambino e una dell’Addolorata.

Mentre dal lato opposto alla Chiesa Madre, sorge la piccola chiesetta di San Sebastiano chiesa più antica di Mendicino.In alto invece è adagiato l’antico rione Castello, le cui case si inerpicano fino alla sommità del colle dominato dalla torre dell’orologio, mentre in basso al rione sorge la chiesa di Santa Caterina.

Il nostro viaggio continua in salita dalla Piazza Municipio fino ad arrivare ad un bivio dove a destra si prosegue verso Contrada Rizzuto ,raggiungendo poi il bivio di Croce Coperta, e girando verso sinistra troviamo Monte Cocuzzo oasi di Verde nell’appennino dalla cui cima nelle giornate serene si può vedere lo Stromboli e l’Etna, la Sila ed il Pollino, la valle del Crati e il Mar Tirreno.

Salendo a sinistra dal bivio di Contrada Rizzuto posto all’uscita di Mendicino si arriva al Santuario di Santa Maria Assunta , e ancora più avanti si trova invece la Contrada Terre Donniche .

Il Santuario di Santa Maria Assunta sito nella parte alta del paese presenta un bel frontale gotico realizzato con colore tipico della pietra di Mendicino, sopra il portale emerge un mosaico policromo raffigurante il Cristo Pantocratore, il portone contiene invece pannelli bronzei che rappresentano alcuni episodi della Passione di Gesù e di S.Maria .L’interno della chiesa è a croce greca con una sola navata col soffitto a botte, nella parete absidale è posta una statua litica della Madonna di Schiavonea; ai lati due affreschi raffiguranti S. Matteo e S Marco ad una parete laterale è accostata una statua di S Maria Assunta.