Cerisano

Cenni storici su Cerisano

Sembra che il primo insediamento sia stato fondato dagli Enotri in età preellenica con il nome di Citerium. Lo storico Barrio ipotizza che la città si trovasse nelle vicinanze dell’antica Pandosia e che il popolo avesse poi modificato il suo nome in Cerisano.
Le prime testimonianze scritte risalgono al 1247 quando il paese, insieme alla sua frazione Schiucchi, risulta inserita nei registri della tassazione angioina. Nel 1396, insieme a Castelfranco (l’attuale Castrolibero), Cerisano fu sotto la giurisdizione di Andrea Sersale e poi di Carluccio de Martino di Massa e di suo figlio Petrillo (1412). Dopo un breve periodo di autonomia, garantito da un privilegio del sovrano Luigi d’Angiò, Cerisano fu prima proprietà dei De Matera e poi dei Sanseverino di Bisignano. Questi ultimi, in attesa di conquistare Cosenza, trasformarono il piccolo centro in un avamposto militare. Nel 1489 Cerisano e Castelfranco furono affidate al capitano regio Gaspare Firrao da Cosenza e poi a Bernardino de Marinis di Gragnano (1495).
L’anno successivo, però, Bernardino Sanseverino rientrò in possesso dei due centri. Nel 1519 Bernardino morì e gli successe il figlio Pietrantonio che, dopo l’invasione francese (1528), cercò di difendere la città di Cerisano dall’attacco dell’esercito che muoveva in direzione di Cosenza. Il suo sforzo fu vano e i Francesi, sostenuti da molti feudatari locali, occuparono il piccolo centro sfruttandone la grande importanza strategica. Cerisano, infatti, essendo nelle immediate vicinanze di Cosenza, costituiva un’ottima base d’appoggio per la campagna militare. Ma questa situazione non durò a lungo perché ben presto l’esercito francese fu sconfitto. Sempre nel 1528 la popolazione fu colpita da una tremenda carestia che uccise i due terzi degli abitanti. A partire dalla seconda metà del XVI secolo cominciò la lenta decadenza dei Sanseverino che portò all’emanazione di un’ordinanza che prevedeva la vendita dei beni della casata. Dopo una lunga controversia tra i discendenti, le proprietà feudali furono smembrate. Cerisano fu venduto al marchese Don Pietro Gonzales de Mendoza che ne affidò l’amministrazione alla nuora Eleonora Sanseverino, signora della contea di Rende. Nel 1572 il feudo passò a Valerio Telesio. Questi, molto diverso dal fratello filosofo Bernardino, era un uomo prepotente e deciso, amante dell’arte del commercio. Nel 1567 alcuni nemici lo accusarono di eresia luterana, reato per il quale era prevista la pena di morte. Valerio scampò alla condanna grazie all’aiuto del cardinale Sirleto, ma il 10 agosto 1579 fu ucciso nella chiesa di San Giovanni a Castelfranco. Suo erede fu il primogenito Roberto che, abituato a vivere nel lusso, contrasse ingenti debiti ai quali dovette far fronte vendendo gran parte della sua proprietà e impegnando le entrate feudali. Alla fine fu costretto a cedere interamente il suo feudo a Orazio Sersale (1583) che sposò in seconde nozze Clarice Telesio, sorella del vecchio feudatario Roberto. Nel 1594 Orazio morì e a lui subentrò il figlio Annibale. Quest’ultimo, dopo formale richiesta all’autorità regia, ottenne il 25 novembre 1613 il titolo di duca di Cerisano. Dopo la sua morte (avvenuta nel 1630) fu Annibale junior ad amministrare il feudo, al quale seguirono poi i fratelli Giulio e Geronimo. Quest’ultimo, nominato principe e duca di Cerisano nel 1657, sposò Porzia Sanseverino di Calvera che diede alla luce due gemelli, Orazio e Diego. Per stabilire la primogenitura si giunse a un accordo: Orazio avrebbe ereditato i titoli con il consenso del fratello il quale, in cambio, avrebbe usufruito di una cospicua retta mensile. Di fronte a una situazione economica disastrata, aggravatasi negli anni, nel 1731 la Regia Udienza della Calabria Citra dispose d’ufficio l’affitto dei beni feudali di casa Sersale. Soltanto nel 1758 Domenico, figlio di Geronimo, fece richiesta di rilascio dei suoi averi affidando la proprietà al notaio Lorenzo Zupo che continuò ad amministrare i beni anche dopo la morte del principe. Nel 1793 questo patrimonio passò a Nicola Zupo e poi a Gabriele, figlio di Lorenzo (1804). In breve tempo la famiglia Zupo divenne una delle più ricche di Cerisano attirandosi le invidie dei Greco, dei Paura e dei Santoro (importanti casate cerisanesi). Nel 1854 i Zupo decisero di cambiare il loro cognome in Zupi. Nello stesso anno un terribile terremoto si abbatté sulla zona provocando alcune vittime.
Cerisano come ogni paese  conserva la sua storia fatta si avvenimenti ed eventi che lo portano ad essere un comune oltre di valore storico artistico ed culturale, anche un paese ricco di un meraviglioso patrimonio ambientale , possiede una vasta zona di altipiani con grandi boschi di faggio in più nei periodi estivi fino a Settembre è meta di numerose escursioni su Monte Stellato, Porcili, Serra Calandro e Fontana Vespa. Collocato ai piedi del monte Cocuzzo domina la conca cosentina e dal 1984 è stato dichiarato un paese di interesse turistico di grande prestigio. In località Santojanni  è presente una sorgente di acqua solforosa calda usata nella cura di malattie cutanee.

Come tutti i paesi anche Cerisano pur essendo un piccolo paesino della provincia di Cosenza conserva una sua storia e lo testimoniano i suoi monumenti e le sue chiese che conservano un patrimonio storico culturale partiamo dalla Chiesa di San Lorenzo Martire.

E’ una chiesa che risale molto probabilmente nell’anno mille è questa incertezza è stata conseguenza del suo stile che si presenta in maniera architettonica ma misto.

Affianco  ad essa erge un maestoso campanile , entrando nella chiesa si può notare che è caratterizzata da tre navate . Durante le varie ristrutturazione hanno scoperto un affresco raffigurante San Rocco con il cane.

Abbiamo inoltre l’altare maggiore con rivestimento fatto in marmo e la parte anteriore riporta le scene della passione di Cristo, come tante chiese che ha una storia essa conserva affreschi di vario prestigio.
Essa è stata costruita da un gruppo di artisti locali il suo altare completamente rifatto riporta lo stemma dell’ordine carmelitano.

All’interno ci è un’unica navata con una grande cappella dedicata a Santa Teresa.

Questa chiesa conserva inoltre un affresco di enorme valore e lo si può ammirare sulla cantoria raffigurante la Madonna del Carmine con quattro confratelli.

CHIESA DI SAN DOMENICO

Una chiesa che nel corso degli anni ha subito molte modifiche dovute ai varie terremoti che di sono susseguiti, infatti all’inizio fu dedicata alla Madonna del Soccorso, dopo un po’ sopraggiunsero i Padri Domenicani. Sulla facciata oggi possiamo notare un rosone raffigurante la Madonna del Rosario mentre ai lati del portale vi sono due nicchie quadrate  con delle statue una di San  Domenico e l’altra di Santa Caterina. All’interno abbiamo tre navate con numerosi affreschi e tele il suo altare è in marmo policromi con due affreschi

OASI SANT’ANTONIO
Detta anche Chiesa di Santa Maria degli Angeli e convento dei Riformati di San Francesco d’Assisi.All’interno ci è posto un altare centrale fatto in stucchi policromi. Tra le opere ci è una statua lignea  dell’ Immacolata e alcuni oli su tela.

MONUMENTI PALAZZO SERSALE
Uno dei prestigiosi monumenti di questo comune  è proprio questo palazzo non solo per la sua storia ma anche le sue ricchezze artistiche culturali. Costruita dalla famiglia De Gaeta, fu poi dei Telesio e dei Sersale
Nel secolo XIX è stato aggiunto un altro piano che ha modificato in parte il suo aspetto originale,

All’interno del palazzo vi è un chiostro con un caratteristico pozzo accanto ad esso un proscenio.

Uscendo fuori si può ammirare un gran giardino dove durante e le belle stagioni si trasforma in un teatro all’aperto ospitando varie rappresentazioni musicali e culturali del Festival delle Serre.