Carolei

Abitata fin da epoca molto antica, stando ai resti di necropoli pre-elleniche rinvenuti nel territorio, si ritiene fondata dagli enotri, che la chiamarono Issia, Ixia o Asia. Il toponimo attuale, che in un documento del XIV secolo compare nella forma Calolei, nel Cinquecento è attestato come Li Carolei; inteso da alcuni nel senso di ‘i discendenti di un Carolus, della famiglia Caroleo’, viene da altri riportato al latino CARALIS, CALARIS, ‘Cagliari’, con l’aggiunta del suffisso -EUS. Possedimento dell’arcivescovo cosentino fin verso la metà del XV secolo, fu in seguito assegnata alla nobile famiglia degli Adorno, cui subentrarono gli Alarcon Mendoza, che ne conservarono il possesso sino al crollo del sistema feudale, sancito dalle leggi napoleoniche. Inclusa nel cantone di Cosenza, ai tempi della Repubblica Partenopea, col nuovo ordinamento amministrativo disposto dai francesi, a principio dell’Ottocento, fu inserita dapprima, quale università, nel cosiddetto governo di Mendicino e poi tra i comuni del circondario di Dipignano, in cui fu mantenuta anche dai Borboni, tornati sul regno di Napoli, all’indomani del congresso di Vienna. Annessa all’Italia unita, insieme al resto della regione, fu danneggiata dal terremoto dell’inizio del XX secolo, venendo ammessa a godere di particolari benefici disposti dallo stato. Del suo patrimonio storico-architettonico fanno parte diversi edifici di culto, tra cui spiccano: la parrocchiale di San Nicola, con l’interno arricchito da intagli lignei, del Settecento; la chiesa del Carmine, con elementi decorativi barocchi sulla facciata; le chiese di Santa Maria Assunta e dell’Immacolata, contenenti pregevoli opere d’arte, e quella della Madonna della Stella, in località Stiddra, costruita a ricordo della battaglia combattuta nella zona tra garibaldini e Borboni.